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Come cambia la tassazione sugli affitti brevi con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2021

La Legge di Bilancio 2021 interviene sulla tassazione degli affitti brevi, cioè quelli di durata non superiore a 30 giorni. In particolare, dal 2021 la cedolare secca al 21% potrà essere applicata per un massimo di 4 immobili. Se il proprietario affitta più di 4 appartamenti, l’attività di locazione verrà considerata attività di impresa, e sarà necessario l’apertura della partita Iva.

Queste regole si estendono anche sui contratti stipulati tramite le attività di intermediazione immobiliare e i portali di prenotazione online. Per garantire maggiore tutela ai consumatori, i soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare e/o che gestiscono piattaforme telematiche, dovranno pubblicare il codice identificativo in tutte le comunicazioni relative all’offerta e alla promozione. Inoltre, gli intermediari immobiliari residenti in Italia saranno ritenuti solidalmente responsabili per il pagamento della ritenuta sui canoni e corrispettivi relativi ai contratti di locazione breve. I codici identificativi saranno raccolti presso il MIBACT , dove sarà istituita una banca dati delle strutture ricettive, nonchè degli immobili destinati alle locazioni brevi ai sensi dell’articolo 4 del D.L. n. 50 del 24 aprile 2017 (le modalità di gestione e realizzazione della banca dati verranno stabilite dal decreto del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo).

Con riferimento alle locazioni brevi, nella Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto che regola la trasmissione dei dati delle comunicazioni al Ministero degli Interni dei gestori di strutture ricettive e proprietari o gestori di case e appartamenti. I gestori dovranno comunicare il numero dei soggetti e dei giorni di permanenza nella struttura dichiarati al momento della registrazione. Tali dati verranno comunicati dal Ministero, in forma anonima e aggregata, alla Agenzia delle Entrate che poi li renderà disponibili ai Comuni al fine di effettuare i controlli sulla tassa di soggiorno. Le Entrate utilizzano tali dati per l’analisi del rischio relativamente alla correttezza degli adempimenti fiscali e i Comuni useranno i dati per le attività di monitoraggio e di accertamento.

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