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Nomisma, calo contenuto del mercato immobiliare 2020 (-7,7%)

Il 2020 del mercato immobiliare si è chiuso in modo meno negativo rispetto alle previsioni (-7,7%), spinto dalle richieste registrate in provincia (+10%). E’ quanto trapela dal primo Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2021 di Nomisma, relativo alle 13 città di dimensione intermedia. Tuttavia, non vanno sottovalutati i campanelli d’allarme: i prossimi mesi, infatti, saranno il banco di prova per il segmento che ha visto un calo dei valori al mq sia nelle aree urbane (-2,0%) che in quelle intermedie (-0,7%). Rispetto all’ultima fase pre pandemia, si tratta comunque di una flessione contenuta, anche se il clima di incertezza non permette di archiviare del tutto il pericolo di un tracollo di dimensioni più ampie o anche solo del protrarsi della debolezza congiunturale. “Nel corso del 2021 il mercato delle compravendite recupererà i livelli di attività persi nel 2020?” Il 49,8% dei rispondenti ritiene che ciò si verificherà, contro il 50,2% che lo considera improbabile. Il fronte degli ottimisti viene rilevato nel Nord Italia (il 60% prevede una crescita del mercato nel 2021), mentre al Sud si ferma al 35% la quota di chi si attende un’evoluzione effettiva.

Il quadro pandemico si è solo parzialmente riflesso sul mercato immobiliare, che ha accolto positivamente l’atteggiamento degli operatori economici e degli istituti di credito, che sono stati solo nominalmente più attenti e selettivi. Secondo Nomisma i nuclei meno esposti alla crisi si sono interessati al mattone, sintomo di una percezione dell’immobile come investimento sicuro. Sul mercato si è registrato un cambio di orientamento che ha visto privilegiare la ricerca di migliori condizioni di accessibilità economica o di dotazioni accessorie. Il Centro Studi bolognese, nel suo Osservatorio, ha rilevato anche una maggiore capacità reattiva e vitalità da parte dei mercati secondari.

In ambito residenziale, il segno negativo è attutito dai mercati di provincia, che nella seconda parte dell’anno hanno fatto registrare un aumento tendenziale del 10%. Anche il non residenziale ha visto una performance più contenuta (-8,3% tendenziale) nella seconda parte dell’anno rispetto alla prima (-25,1%). Nel segmento degli immobili per l’impresa spicca il settore dei magazzini, che da solo rappresenta oltre il 50% del mercato non residenziale al dettaglio. Cali più accentuati riguardano i prezzi di uffici (-3,2% nelle grandi città, -1,5% nelle città intermedie) e dei negozi (-3,3 nelle grandi e -2% nelle città intermedie). In questo segmento le prospettive di ripresa si prospettano più lente. Nomisma stima che i prezzi resteranno negativi fino al 2022 per poi mostrare una lieve ripresa nel 2023.

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