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La Reggia dei Carraresi: una meraviglia padovana da scoprire

A Padova è possibile respirare un’atmosfera fatta di storia e di bellezze architettoniche e artistiche uniche al mondo. É il caso della celebre Reggia dei Carraresi, una meraviglia padovana imperdibile se si decide di visitare la città.

Fatta edificare nel 1338 da Ubertino da Carrara, la reggia è l’emblema del potere dei Carraresi sulla città di Padova che ospitarono anche il Petrarca e molti altri artisti famosi nella sontuosa villa, che raggiunse il massimo splendore sotto il dominio di Francesco il Vecchio, mecenate illuminato. Oggi è possibile visitare la reggia e ammirare la trecentesca loggia e il sensazionale ciclo di affreschi del Guariento.

Visitare questo splendido complesso permette di fare un vero e proprio salto indietro nel tempo anche se molta parte del suo antico splendore è andato perduto nei secoli. La villa resta una dimora di lusso, centro politico, culturale e artistico della città di Padova e della sua signoria. La reggia era molto più di una dimora signorile e varcando la sua soglia ancora oggi è possibile percepire il potere polito e culturale che queste mura hanno rappresentato per la città.

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L’edificio: una descrizione completa della reggia dei Carraresi

Come molti altri edifici storici, anche la reggia dei Carraresi ha subito nel tempo moltissimi cambiamenti e il complesso, che una volta comprendeva palazzi, torri e giardini nel pieno centro storico di Padova, proprio accanto al Duomo, oggi è ridotto a un paio di edifici, il Palazzo Liviano con la Sala dei Giganti e la famosa Loggia Carrarese, sede attuale dell’Accademia Galileiana in Via dell’Accademia e un apparato decorativo sensazionale.

La reggia era infatti pensata per ospitare poeti, scrittori e pensatori, ma anche artisti provenienti da ogni angolo di mondo. Un ambiente culturale dinamico e vitale, dove anche Francesco Petrarca ha potuto rifugiarsi sotto la protezione dei Carraresi. Gli stessi artisti lavorarono alle decorazioni della reggia, che all’epoca era all’avanguardia dal punto di vista architettonico e decorativo.

Nel palazzo ci sono affreschi e non solo: anche sculture e opere che richiamano a temi religiosi di straordinaria importanza storica. Purtroppo, a seguito della conquista di Venezia molte delle strutture della reggia furono smantellate e riconvertite e oggi è sopravvissuta una piccola parte della tanta bellezza che ammaliava tutti i personaggi di spicco. Oggi è quindi possibile visitare il Cortile Maggiore e la Cappella di San Giorgio, al primo piano della reggia. Altri resti della reggia si trovano all’Accademia Galileiana di Scienze, lettere ed arti.

La Sala dei Giganti

Un ciclo di affreschi di grande rilievo è quello che si trova nella cosiddetta Sala di Giganti, al secondo piano della reggia. Il nome della sala deriva appunto dagli affreschi che la decoravano anche se nel Trecento era conosciuta come sala degli Eroi su suggerimento di Petrarca poiché qui erano rappresentati personaggi illustri dell’epoca.

La sala originaria fu distrutta da un incendio e nel 1540 completamente rinnovata con un cicli di affreschi eseguiti da Domenico Campagnola e dalla scuola padovana. La sala fu adibita a feste e riunioni e poi divenne sede della biblioteca universitaria.

La Loggia Carrarese su via dell’Accademia

Al di là del Palazzo Liviano e precisamente su Via dell’Accademia, è possibile trovare la Loggia Carrarese, una delle parti rimaste intatte del grande complesso e che simboleggia la grandiosità della famiglia. La doppia loggia dell’Accademia e le stanze adiacenti erano l’abitazione dei Principi.

Nel 1800 un’ala della loggia del palazzo Ubertino venne fatta demolire e nel corso degli anni le mura divennero case e la cappella privata fu abbattuta per ingrandire la sala delle adunanze. La loggia esterna è chiusa e affrescata dal Guariento con scene del vecchio testamento che in parte sono andate perdute. La decorazione della Sala delle Riunioni contiene una pianta realizzata dal cartografo Giovanni Valle, il primo a utilizzare i calcoli trigonometrici per la realizzazione delle piante.

Il ciclo di affreschi del Guariento

Guariento di Arpo era un affermato pittore che ha lavorato a Padova e a Venezia e il cui stile proveniva dalla tradizione giottesca. Gli affreschi della Loggia sono stati realizzati tra il 1346 e il 1354 ed è possibile ammirare i primi influssi bizantini. Disposti su due fasce, le scene rappresentano episodi fondativi dell’Antico testamento tra cui: Noè e la sua ebbrezza, Abramo che parla con i tre angeli, forse l’opera pittorica più iconica dello stile di Guariento, e a seguire le scene apocalittiche di Sodoma e il sacrificio di Isacco. Queste ultime in cui il pathos è portato all’estremo. 

Nella parte superiore si passa alle scene legate alla vita di Giuseppe, mentre nel registro anteriore sono raffigurati gli episodi di Golia morente e il giudizio di Salomone. Le scene non finiscono qui, perché profeti e molti altri personaggi si alternano rappresentanti in momenti epici della loro vita. Molti degli affreschi sono andati perduti, ma questo ciclo pittorico resta uno dei più importanti e imperdibili della scena artistica trecentesca padovana tra cui il bellissimo Giuditta che decapita Oloferne.

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