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Sestiere San Polo di Venezia: le sue leggende tra storia e magia

Venezia, ricca di storia e mistero, custodisce uno dei suoi antichi sestieri, San Polo, che si intreccia con il cuore della città attraverso il famoso Ponte di Rialto. In questo articolo, esploreremo alcune delle leggende affascinanti che circondano San Polo, dalle storie di fantasmi alle vicende storiche e ai miracoli che hanno plasmato il tessuto di questo suggestivo quartiere veneziano. San Polo collegato a San Marco dal maestoso Ponte di Rialto, San Polo è un crocevia quasi obbligato durante una visita alla città e ai suoi sestieri.

Rio de le Do Torre e la chiesa della Lattuga

Il sestiere San Polo custodisce leggende affascinanti, tra cui quella del Rio de le Do Torre e della misteriosa chiesa “della Lattuga”. Nicolò Lion, procuratore di Venezia, si distinse nel 1332 scoprendo la congiura di Baiamonte Tiepolo ai danni del Doge. La leggenda narra che, ammalatosi, Lion guarì miracolosamente mangiando foglie di lattuga dall’orto di un convento francescano. In segno di gratitudine, costruì la Chiesa di San Nicolò, nota come “Chiesa della Lattuga”. Anche se l’edificio è scomparso, la Calle San Nicoleto ricorda ancora questo affascinante capitolo della storia di San Polo.

Il Ponte di Rialto e le sue leggende

Una delle storie legate al Ponte di Rialto riguarda Estrella, la figlia del Doge Agnello. In un periodo di contese tra Franchi e Bizantini, la giovane Estrella fu mandata a Malamocco per convincere il capo dei Franchi a risparmiare gli abitanti fuggiti. La sua missione non ebbe successo, ma il sacrificio di Estrella, colpita da una pietra durante la celebrazione della salita al potere del padre, è commemorato dal Ponte di Rialto.

Inoltre, pochi sanno che questo ponte, che attraversa il Canal Grande, è avvolto da una leggenda che coinvolge il diavolo stesso. Secondo le diverse versioni, l’architetto Antonio Da Ponte chiese l’aiuto del diavolo per completare l’arcata principale del ponte. In una svolta drammatica, l’architetto rifiutò di offrire la vita di un essere umano in cambio, scatenando l’ira del diavolo.

La leggenda del Papa addormentato di San Polo

Nel 1177, Papa Alessandro III era atteso a Venezia per firmare la pace con l’Imperatore tedesco Federico Barbarossa. Tuttavia, il Papa temeva un complotto ordito contro di lui e decise di non alloggiare nel palazzo Patriarcale, dove sarebbe stato facilmente individuabile e vulnerabile. Invece, optò per una soluzione insolita e rischiosa: scelse di dormire all’aperto. La leggenda narra che il Papa scelse questo specifico luogo perché si trovava vicino al palazzo Patriarcale e a una casa appartenente ai Cavalieri Templari, noti per essere i custodi del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Questa scelta strategica avrebbe potuto garantire un rifugio sicuro per Alessandro III in caso di necessità.

La leggenda ha lasciato una teca, contenente la statua di un Papa addormentato e un’incisione su una tavola di legno che testimonia l’evento. La leggenda si arricchisce di un elemento particolare: coloro che recitano un Padre Nostro o un’Ave Maria in questo luogo ricevono l’indulgenza dai peccati.

La leggenda di Dona Onesta

Nel pittoresco sestiere di San Polo, tra le suggestive fondamenta, si cela la misteriosa storia di “Dona Onesta”. Questa leggenda, circondata da un velo di romanticismo e mistero, si intreccia tra versioni diverse, offrendo un affascinante viaggio nel passato di Venezia.

Una delle versioni racconta di un abile fabbricatore di spade che viveva nella zona alla fine del Quattrocento. Un cliente, innamorato della moglie dello spadaio, decise di commissionare un nuovo pugnale come pretesto per visitare frequentemente la bottega e incontrare la donna. Un giorno, in assenza dello spadaio, il cliente abusò della moglie. Presa dalla vergogna, la donna si tolse la vita con lo stesso pugnale che il marito stava creando per l’aggressore. In suo onore, venne ricordata come “Dona Onesta,” la donna onesta.

Un’altra versione, meno romanzata, suggerisce che il nome faccia riferimento a una prostituta che viveva in una delle case affacciate sulla fondamenta. Questa donna, chiamata Onesta, trattava i suoi clienti in modo rispettoso e onesto, guadagnandosi il nome che sarebbe stato poi impresso nella storia del sestiere. Una terza versione narra di alcuni uomini che discutevano dell’onestà delle donne in quella zona. Uno di loro, indicando il volto scolpito di una donna sul muro, affermò che quella era l’unica donna onesta esistente a Venezia. Da quel momento in poi, la fondamenta fu sempre ricordata come “Dona Onesta.”

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